Isola del Garda, gennaio 2013 – Uno scoglio che emerge dalle acque cristalline del Lago di Garda, un luogo di rara bellezza, uno scrigno che racchiude storia, ricordi e leggende.
L’Isola del Garda, isolotto cinto dalle trasparenti braccia del lago, svela tutta la sua bellezza ai visitatori di tutte le età che da fine marzo a ottobre andranno a visitarla: un luogo unico per vivere momenti speciali.
Dai Romani ai Longobardi, dimora di frati, aristocratici e generali napoleonici, artisti e letterati, che hanno lasciato i segni del loro passaggio, Isola del Garda, conosciuta come “Isola Borghese Cavazza” oggi è di proprietà della famiglia Cavazza, tre sorelle e quattro fratelli, che hanno aperto da qualche anno l’isola al pubblico con la finalità di far conoscere il loro incomparabile patrimonio storico, artistico culturale, preservandolo dallo spirito originario voluto dai fondatori.
La visita all’isola, della durata di circa due ore, comprende la guida, un piccolo aperitivo e il tragitto con imbarcazioni che partono frequentemente dal porto di Gardone, Barbarano, Salò, Garda, Bardolino e Manerba.
Dal delizioso porticciolo di attracco, progettato dall’arch. Vantini nel 1830 in stile Sanmicheli, posto a sud dell’Isola, si raggiunge l’imponente Villa Borghese Cavazza con annessa cappella, in un percorso mozzafiato che si snoda tra terrazzamenti e boschetti di sempreverdi e fioriture sempre diverse in base alla stagione. Raggiunta la villa, un’imponente costruzione in stile neogotico veneziano, progettata dall’arch. Luigi Rovelli nei primi del ‘900 per volere della famiglia De Ferrari, si erge maestosa circondata da giardini all’italiana con austeri cipressi e siepi di bosso finemente sagomate. La torre che sovrasta il panorama è un esplicito richiamo al Palazzo Ducale di Venezia, come pure lo è l’architettura della Loggia sottostante, adibita a banchetti e feste, aperta verso il lago con colonne e capitelli finemente decorati a foglie e fiori. Nelle sale ricche di suppellettili e arredi d’epoca, si respira la storia attraverso gli oggetti appartenuti agli antenati degli attuali proprietari.
E’ l’aperitivo il momento della visita più apprezzato – culmine dell’ospitalità dei proprietari –che deliziando gli ospiti, organizzano sulla magnifica terrazza, assaggi di prodotti locali con una vista che sovrasta il lago e da dove scendono a cascata profumate rose antiche e bouganville.
Immersi nei profumi dei fiori, tra degustazioni di Chiaretto, un raffinato vino locale, di olio extra vergine di oliva Dop, prodotto dell’azienda agricola di famiglia e su richiesta selezioni di salumi e formaggi tipici gardenesi , tutti i visitatori rimangono affascinati da un’esperienza sensoriale unica nel suo genere.
Dopo l’aperitivo la visita riprende con il giro dell’isola, qui l’ospite viene sedotto dall’avvicendarsi dei colori dei fiori e dalla vegetazione rigogliosa, in un percorso a zig zag tra scalette e stretti sentieri. Un boschetto di pini e cipressi, acacie e limoni, di magnolie e agavi avvolgono l’Isola del Garda tra magia e mistero.
I frati vi abitarono introno al 1200 ed ebbero molta cura del giardino piantando cedri, limoni e viti; ancora oggi è possibile ammirare grandi ulivi piantati dai Francescani più di 600 anni fa. Tra i frutti che si alternano nelle stagioni, olivi, fichi, peri, giuggiole, cachi e melograni, accompagnate dalle fioriture alternate di rose, iris, lavande, valeriana, cinerarie, bouganville, margherite, zinnie e dalie che regalano armoniose pennellate di colore e profumi nelle aiuole poste ai piedi degli alberi, lungo le scalette che portano alla terrazza superiore. Qui a sorpresa il paesaggio diventa tropicale tra agavi e cycas e tra le grandiose palme delle Canarie che delimitano il percorso. Nel parterre davanti alla villa siepi di bosso sapientemente modellate raffigurano lo stemma della famiglia De Ferrari che diede vita al giardino di impronta romantica alla fine dell’800, realizzato per essere ammirato sia dall’acqua che dalla terraferma.
A Nord dell’Isola il paesaggio è costellato da lecci, ligustri, corbezzoli, querce e il sentiero è immerso in una suggestiva volta di oleandri e da dove, attraversando una pineta, si raggiunge un ponticello di legno. Qui sulla punta estrema, a nord, si stagliano fiere le conifere nord americane e i cipressi, dove lo scoglio è più alto le rocce sono a picco sul lago, dalle acque di un blu intenso con all’orizzonte la sagoma del Monte Baldo.