BENESSERE GOURMET CON SALUMOTERAPIA E ARTE NORCINA

salumoterapia-1Rimini – Due personaggi, due modi di interpretare l’antica arte salumiera. Uno istrionico, l’altro carismatico. Uno si chiama Ivan, origini emiliane, di terribile ha solo l’amore per prosciutti a lunga stagionatura e prodotti di qualità. L’altro è Simone, un’istituzione nel Casentino dalle parti di Arezzo, produttore di un prosciutto presidio Slow Food, la Chianina, che da sola vale il viaggio fino a Rassina. Due nomi, due garanzie senza bisogno di ulteriori “tagliandi”. Due storie che si incroceranno al Festival della Cucina Italiana a Rimini in uno spazio che li vedrà insieme protagonisti nel loro modo di essere: Fracassi con le sue prelibate proposte di norcineria toscana, Ivan con quella che lui stesso ha coniato come salumoterapia. Terme e medicina non c’entrano: il percorso sensoriale è il fil rouge della proposta di Ivan e Fracassi. Ci si siede in un tavolo, prima si viene eruditi sul prodotto, poi lo si assapora con il naso e con la vista, per passare quindi al palato, magari concentrando i sapori sotto un lenzuolo posto sul capo così da respirarne tutti gli affluvi.
Ivan, patròn dell’Hosteria a Fontanelle di Roccabianca di Parma, locale a due passi dalla casa natale di Giovanni Guareschi, aveva deliziato i suoi ospiti con la Salumoterapia nell’edizione di due anni fa del Festival, a Piobbico, nelle Marche; ora sbarca in Romagna. E quale miglior partner gastronomico poteva trovare se non il Re della Chianina Toscana, ossia Simone Fracassi! Un macellaio di quarta generazione (la prima è del 1927), il quale riesce a dare dignità ad ogni parte delle carni proposte, dalla bistecca fiorentina al bollito, dal prosciutto del Grigio Casentino alla finocchiona. “Il suo antro delle meraviglie è popolato dai prosciutti, dalle bistecche e dal bollito che ti richiamano come tante sirene”, scrive di lui Alessandro Bocchetti. Una magia di sapori che farà bello sfoggio nel “grande luna park del cibo” al Festival.
Non solo. A corollario sarà di scena la Mora Romagnola con il sapore intenso del vero guanciale allevata che Officine Gastronomiche Spadoni realizza nel proprio stabilimento di Brisighella. Il guanciale è delicatamente aromatizzato con i classici “odori” della nostra tradizione: pepe nero macinato, chiodi di garofano e cannella e stagionato per oltre 6 mesi. Il miglior abbinamento sarà con lo squacquerone di Officine Gastronomiche Spadoni: un contrasto eccezionale destinato a diventare un “classico” che unisce i profumi e i sapori dell’eccellenza gastronomica romagnola. Ad arricchire questa offerta gastronomica, anche numerosi presidi Slow Food come il Formaggio Bitto Storico prodotto molto limitatamente e con pascoli “eroici” in alta quota nel cuore del Parco delle Orobie Valtellinesi, illustre ospite a Rimini. E ancora, il Pane di Matera IGP, prelibatezza dalla lunghissima storia alle spalle (risale al periodo del Regno di Napoli), l’Olio Toscano DOP, l’unico in Italia che si fregia dell’IGP, presentato nelle tre principali varietà (Frantoio, Leccino, Moraiolo), la Mozzarella di Bufala Campana DOP prodotta esclusivamente con latte di bufala proveniente dalla zona di origine, la Robiola di Roccaverano l’unico formaggio DOP italiano che può essere prodotto esclusivamente con latte caprino, nonché i Formaggi Caprini Piemontesi affinati da Arbiora.
Info Festival della Cucina Italiana: www.festivaldellacucinaitaliana.it
Sabato 7 settembre ore 16,00-24,00;
Domenica 8 settembre ore 10,30-22,00.
Ingresso gratuito – facebook: www.facebook.com/festivaldellacucinaitaliana