E’ Natale, nonostante tutto. Volersi bene e volere il bene dei nostri cari è l’imperativo. Fra i tanti doni ricevuti e da fare, e complice la crisi ma anche la cultura emergente che mette al bando gli sprechi, sembra quasi naturale volgere lo sguardo al..naturale, al biologico, al km 0. Il consumatore tende a rivolgersi sempre di più verso un prodotto di alta qualità e sicurezza, dal mondo della ristorazione italiana alla bioalimentazione, dalla biocosmesi al vino. Nel Nord Europa è già diventato un must, in Italia ci stiamo arrivando. Il Sud mantiene quasi il primato per numero di aziende biologiche mentre al Nord prevale il numero di aziende di trasformazione.
Tra le aziende pugliesi c’è il Naturalis Bio Resort, del “bio-imprenditore” Domenico Scordari, ricavato da un antico borgo contadino risalente al XIX , alle porte di Martano, centro della Grecìa Salentina, una ventina di km da Lecce e solo 10 dalla costa.Il Resort, composto da 8 suites, è situato all’interno della Naturalis Azienda Agricola, un’ampia distesa verde di oltre 13 ettari, con una coltivazione rigorosamente biologica di olive, aloe vera, grano e vigneti. C’è anche una immensa varietà di piante officinali, da cui si estraggono i principi attivi per la produzione di cosmesi naturale. Dalle coltivazioni di Aloe, fiore all’occhiello dell’azienda, unito ad altri elementi come l’olio di oliva, si realizzano prodotti destinati sia agli ospiti del resort che al mercato internazionale, con il marchio N&B-Natural is Better. Qui le foglie di aloe vengono lavorate e trasformate in creme, shampo, gel, saponette. La produzione è suddivisa in tre settori: Beauty care, Health care e Home care (per maggiori info:Naturalis Bio Resort – Via Traglia – Martano Tel.349 8251363 -info@naturalisbioresort.com).Continua a leggere “PER UN NATALE BIO in Puglia”→
Il nove dicembre scorso, a Palermo presso Villa Malfitano, sede della Fondazione Whitaker, è stato presentato dalle associazioni culturali “Dante Alighieri” e “Ottagono Letterario” il volume di Giuseppe Pappalardo “Scrìviri” sottotitolo: una guida al dialetto siciliano, pubblicato da Nuova IPSA Editore.
L’autore, poeta e attento studioso, già da anni mostra un forte interesse nei confronti del “sicilianu” e si adopera per il recupero della letteratura e dei dialetti siciliani.
Si parla di “dialetti” poiché le numerose varietà geolinguistiche della Sicilia, pur avendo il latino come substrato comune, non si sono mai unificate in una lingua di Koinè, in un dialetto standardizzato. “Il dialetto siciliano” sostiene infatti Giuseppe Pappalardo “è un concetto astratto che trova concretezze nei subdialetti orientale, centrale, occidentale etc dell’isola”. Per la mancanza di una Koinè non si è dunque, nel tempo, pervenuti alla stesura di una grammatica normativa che dia regole valide per tutti, confermando, come scrive il linguista Vito Matranga nella prefazione al volume, che “ una norma ortografica potrà imporsi, in ultima analisi, de facto e non de iure “. La guida al dialetto siciliano di Pappalardo non ha pertanto alcuna velleità normativa, ma è un valido strumento per contenere l’arbitrarietà nella scrittura del dialetto, inoltre per le caratteristiche di sintesi e semplicità che presenta si rivolge ad un ampio pubblico di lettori e scriventi, dal letterato al poeta, dal cultore del dialetto a chi si avvicina per la prima volta al siciliano. Continua a leggere ““Scrìviri” di Giuseppe Pappalardo”→
Sono ancora giovani – quattro candeline appena – ma crescono bene, il “Carp Show & Specialist” e “Artificiali – lures expo”. Che dopo il successo delle terza edizione, decretato dalla presenza di oltre diecimila visitatori, tornano alla Fiera di Ferrara Sabato 13 e Domenica 14 Dicembre, per offrire ai moderni specialist angler imperdibili occasioni per lo shopping, prodotti in anteprima, esclusive nazionali, incontri e dimostrazioni dei massimi esperti, video e relazioni tecniche.
Dal carpfishing al ledgering, dallo spinning alla pesca col feeder, passando per le principali tecniche con gli artificiali, l’area espositiva e quella commerciale saranno particolarmente ricche: tra gli stand del Quartiere fieristico il pubblico troverà aziende altamentequalificate, sia italiane che straniere, marchi leader e negozi specializzati, potrà sperimentare prodotti appena usciti, sotto la guida dei testimonial di produttori e distributori di primo piano, fare acquisti, partecipare a dibattiti di attualità e molto altro ancora. Continua a leggere “13 e 14 Dicembre 2014, Fiera di Ferrara: “Carp Show & Specialist” e “Artificiali – lures expo”, parte la quarta edizione”→
L’Alto Adige con la sua millenaria cultura del vino rappresenta un vanto unico per l’Italia ed ha risvegliato l’interesse di una nazione che fonda la propria storia su tradizioni antiche, il Giappone. Durante l’ultima edizione dell’Italian Restaurant Week svoltasi a Tokio di recente, i Giardini di Castel Trauttmansdorff si sono fatti portavoce di questa tradizione vitivinicola, presentando ai membri del Diners Club Japan l’antica vite Versoaln, che cresce da oltre 350 anni in Alto Adige, a 600 metri di altitudine.
La direttrice marketing dei Giardini di Castel Trauttmansdorff ed esperta di vini Heike Platter, assieme al giornalista giapponese Isao Miyajima, ha presentato a tutti i partecipanti la lunga storia della vite Versoaln, la più grande e antica del mondo, la cui paternità è stata assunta nel 2006 dai Giardini di Sissi, e che concretamente rappresenta la vasta cultura del vino in Alto Adige. Lo splendido paesaggio alpino-mediterraneo che contraddistingue i vigneti altoatesini ha fortemente affascinato gli ospiti presenti, rimasti piacevolmente colpiti soprattutto dalla degustazione del vino bianco prodotto dalla vite Versoaln. L’antico vigneto altoatesino produce infatti uve zuccherine da cui viene ricavato un pregiato vino bianco, leggermente fruttato, dalla spiccata acidità ma delicato al palato, una specialità prodotta in poche bottiglie, solo 75-120 all’anno. Continua a leggere “IL VINO DELLA VIGNA PIÙ ANTICA AL MONDO CONQUISTA ANCHE IL GIAPPONE”→
Andrea Nucita sarà impegnato nel “Trofeo CIR” al Motor Show di Bologna sabato 13 dicembre. Il 24enne messinese di Santa Teresa Riva, Campione Italiano Rally Produzione 2013 e Junior 2012, sarà al volante della Peugeot 207 Super 2000 curata dalla veneta Delta Rally, per sfidare i migliori driver del panorama nazionale. Le sfide tra i rally man italiani più in vista inizieranno alle 9.30 e proseguiranno fino alle 16.30, quando sui 1.102 metri di tracciato misto terra asfalto, ricavato nella Motorsport Arena della Fiera bolognese, si vivrà il testa a testa finale per l’ambita vittoria. Continua a leggere “Andrea Nucita al Motor Show su Peugeot 207”→
FRUIT EXHIBITION è l’iniziativa aperta al pubblico incentrata sulle migliori pubblicazioni di graphic design ed editoria creativa. Unico evento-fiera in Italia raccoglie pubblicazioni cartacee e digitali indipendenti, tra cui libri d’artista, cataloghi, progetti di graphic design, periodici e zines. Ogni edizione di Fruit Exhibition prevede workshop, talks ed incontri con ospiti di spicco del mondo della grafica e dell’editoria internazionale e un market con decine di espositori ed eventi speciali in ambito musicale e performativo.
Una tre giorni, dal 12 al 14 dicembre in cui verranno premiate le migliori idee d’impresa.
La Startup Weekend è una grande opportunità per tutti coloro che hanno delle idee e non sanno come fare per tradurle in realtà, ma anche per startup già esistenti che sono alla ricerca di persone per ampliare il proprio team e vogliono incontrare investitori e partner. E’ un grande laboratorio che riunisce persone con formazione ed esperienze diverse ma unite nella condivisione di un sogno, quello… di concretizzare un progetto.
La Startup Weekend è un evento della durata di 54 ore (dal venerdì pomeriggio alla domenica sera) che riunisce sviluppatori, designer, esperti di business e marketing, product manager e in generale tutti coloro che nutrono interesse per il mondo del web, del mobile, dell’IT e dell’innovazione in generale. Per questo motivo, la Startup Weekend, non si limita a far incontrare idee e sviluppatori ma anche le realtà dell’imprenditoria già avviata, sempre pronta a dare feedback e consigli, e degli investitori sempre alla ricerca di progetti interessanti. Durante tutto il weekend si terranno degli incontri in cui i protagonisti saranno persone che sono riuscite a realizzare il proprio sogno. Questi incontri non saranno solamente delle testimonianze, ma delle lezioni tenute da esperti del settore finalizzate alla realizzazzione dei progetti, verteranno sui quattro step necessari per la realizzazione di una startup.
Lawrence Carroll, uno dei maggiori rappresentanti della pittura contemporanea, è protagonista al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna di una mostra dal titolo Ghost House, che apre al pubblico il 12 dicembre 2014 e racconta un percorso artistico di oltre trent’anni grazie a una sessantina di opere prodotte dalla metà degli anni Ottanta a oggi, in molti casi mai esposte in precedenza e in alcuni realizzate per l’occasione. Riveste particolare rilevanza la contiguità con il Museo Morandi, la più ampia collezione pubblica di opere di Giorgio Morandi, tra i modelli dichiarati di Carroll, oltre che maestro della pittura del Novecento.
Ghost House si dispiega nell’area dedicata alle mostre temporanee senza seguire un criterio cronologico ma creando degli ambienti che l’artista stesso definisce come “costruiti sulla memoria”, nei quali opere di diversi periodi sono messe in dialogo tra loro e con il contesto espositivo, nella convinzione che un senso possa essere ricercato non solo nei singoli lavori ma anche nelle relazioni tra di essi, considerati collettivamente e attraverso il tempo, come gli intrecci narrativi di una storia.
Lawrence Carroll sfugge alle categorie critiche e interpretative legate al concetto di “avanguardia”, ma lavora sui modi e sui tempi della percezione, ponendo l’opera e lo spettatore in una costante interrogazione sul senso del comporre e lasciare apparire un’immagine pittorica.
Diversi sono gli artisti dai quali dichiara di aver tratto ispirazione:
tra questi Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Marc Rothko, Carl Andre, Donald Judd, Cy Twombly, Sean Scully, ma tra tutti prevale Giorgio Morandi, con il quale condivide l’amore per una dimensione intima, privata, così come la costante ricerca finalizzata ad assumere la complessità del reale attraverso l’epifania di oggetti quotidiani, solo apparentemente semplici, permeati di inesauribili possibilità interpretative nelle loro molteplici combinazioni.
Carroll, come usava fare con i suoi oggetti Giorgio Morandi, fin dall’inizio della sua carriera artistica studia minuziosamente le diverse possibilità di posizionamento nello spazio delle proprie tele, che diventano non più superfici ma “corpi” del dipinto, dotati di più facce. I telai assumono dunque forme e volumi diversi, concavi o convessi, elementi ed oggetti di vario genere vengono assemblati e aggiunti: il dipinto assume caratteristiche scultoree e si fa corpo, la tela si fa pelle, la cera è unguento, i tagli sono linee disegnate ma anche aperture su una dimensione ulteriore – e interiore – del dipinto stesso.
L’uso del colore da parte di Carroll è apparentemente monocromo: prevale una particolare tonalità di bianco ottenuto tramite strati successivi di pittura che lasciano trasparire imperfezioni, trame, tracce di interventi precedenti, un non-colore portatore di memorie, neutro, che Carroll definisce “off white color”. Si tratta di un bianco che vuole essere quanto più possibile vicino a quello della tela, che spesso ricopre una pittura precedente, che dà la possibilità all’artista di azzerare tutto e di ricominciare daccapo. Carroll lo sceglie agli esordi senza sapere che diventerà una costante per i successivi trent’anni e a tutt’oggi non ne ha ancora esaurito le possibilità.
La mostra al MAMbo si apre con una sala che riunisce un piccolo gruppo di lavori degli esordi che hanno valore seminale per gli sviluppi successivi della ricerca dell’artista e che indirizzeranno i visitatori verso differenti tematiche che sono esplorate lungo il percorso espositivo con opere di periodi diversi. Tra i lavori introduttivi: un dipinto sul tema del respiro; uno incentrato sul tema fondamentale del “cambiare pelle” per dar vita a un nuovo inizio; un “cut painting”, in cui attraverso tagli sovrapposti e ricomposti l’artista introduce il disegno nel dipinto e al contempo ne rende visibile la storia, che anticipa lavori di una ventina di anni dopo, i “table paintings”, strutture aeree in legno e carta di giornale o cartone, di cui qui è mostrato un esemplare; un esempio di “stacked paintings”, che vedono la sovrapposizione di legno e tele dipinte.
Proseguendo dopo la prima sala, oltre a successivi sviluppi di quanto visto all’inizio, si incontrano altre tipologie di lavori: i “box paintings”che, come un corpo, esplicitano l’interno oltre che l’esterno del dipinto, con la tela che è come pelle; i “page paintings”, appesi perpendicolarmente alla parete, per renderli non inglobabili da un unico punto di vista; i “calendar paintings” che riprendono la stratificazione degli stacked paintings; gli “slip paintings”, costituiti da due forme solide rientranti l’una nell’altra; i “light paintings”, nei quali sono inglobate una o più sorgenti luminose; gli “erasure paintings”, che traggono spunto dall’esperienza di Carroll come illustratore e dalla sua volontà di superare questa fase e di andare oltre, inserendo nei dipinti illustrazioni per poi cancellarle quasi a voler cancellare se stesso; fino al suggestivo “freezing painting”, in cui creatività artistica e tecnica ingegneristica si incontrano per generare il senso di sospensione di una materia – 900 litri d’acqua ghiacciata – , che può in qualunque momento ritornare allo stato precedente. Il lavoro trae suggestione dal ciclo delle stagioni, con l’inverno rigido che ricopre tutto di ghiaccio, ma sotto questo strato la vita è sospesa per poi riprendere nel divenire della primavera. Tale ciclo, nella visione di Carroll è assimilabile alla pratica artistica che, in maniera ciclica, prendere qualcosa da chi precede e lo trasmette a chi verrà dopo. L’opera è stata esposta alla Biennale di Venezia 2013 nel padiglione della Santa Sede.
Alcuni lavori nuovi, per la prima volta visibili e realizzati da Lawrence Carroll appositamente per la mostra, si incontrano lungo il percorso. Tra questi, due dipinti di grandi dimensioni in cui predomina il giallo e altri che incorporano una fonte luminosa. Ad accomunarli è il tema della luce, che, nelle sue diverse sfaccettature ha caratterizzato il lavoro di Carrol fin dagli inizi. Con la metafora della luce che si spegne e poi si riaccende Carroll spiega anche il rapporto con gli artisti che ama: portare lo spirito di Giorgio Morandi in un lavoro attuale contribuisce a riaccendere la luce sulla ricerca del maestro – anche a beneficio del pubblico – dalla prospettiva contemporanea di un artista del 2014. Un’altra riflessione dell’artista sulla luce riguarda il suo studio e come questa ne modifichi gli equilibri: la luce naturale che arriva la mattina, l’illuminazione artificiale, il buio della notte, che avvolge i dipinti lasciandoli in uno stato sospeso, dormiente.
I due dipinti gialli trovano corrispondenza in alcuni lavori degli anni ’90, in cui Carroll usa una tela per ricoprire quasi completamente un dipinto sottostante, come un velo, azione che ha ancora una volta a che fare con l’idea di cancellarsi per poi andare oltre, trasferirsi in un nuovo spazio fisico, psicologico, metaforico, darsi il permesso di lasciare se stessi per ripartire.
Il titolo della mostra, Ghost House, trae spunto dall’omonimo scritto poetico di Robert Frost: è lo stesso Carroll a dichiarare come la poesia accompagni il suo lavoro in studio, a volte influenzandolo. Ghost House è sembrata subito adatta a fornire un titolo a un’esposizione che riporta alla luce i lavori degli esordi, sorta di “fantasmi” positivi della ricerca di Carroll, che si riverberano sulle opere che li hanno seguiti e su quelle future.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 6 aprile 2015. In concomitanza con Arte Fiera e ART CITY Bologna 2015 sarà pubblicato un catalogo con testi di Gianfranco Maraniello e Angela Vettese e un’ampia documentazione fotografica della mostra.
Speciali attività didattiche a cura del Dipartimento educativo MAMbo si svolgeranno per l’intera durata della mostra.
Ormai i birrifici definiti artigianali pullulano anche nel nostro Paese. Forti anche del mercato in crescita, appassionati che decidono di farne un lavoro, giovani che iniziano per hobby.
La numerosa varietà di birre può creare però nel consumatore indecisione e dubbi.
Spetta principalmente a chi produce e a chi propone saper spiegare le birre e consigliarle sulla base degli abbinamenti e dei gusti del cliente. Ormai la birra non è piu l’accompagnamento distratto di un panino o di un trancio di pizza. Ci vuole molta professionalità e preparazione. Questo si può trovare nel Piccolo Birrificio Indipendente Decimo Primo, a Trinitapoli, in provincia di BAT (Barletta-Andria-Trani). “Noi indichiamo gli abbinamenti consigliati e le caratteristiche organolettiche di ogni birra” – spiegano i proprietari Michele Cognetti e Patrizia Sarcina, ricercatore biologo lui, che si occupa della produzione, psicologa- addetta alla comunicazione e marketing, lei. Continua a leggere “A TRINITAPOLI IL BIRRIFICIO ARTIGIANALE DECIMO PRIMO”→
Il Motor Show di Bologna, dal 6 al 14 di BolognaFiere, si “veste” vintage attraverso Drive In, il padiglione 30 della Fiera di Bologna, un’area di 1000 metri quadrati dedicata a eventi e spettacoli.
Drive In è l’unico padiglione del Motor Show affidato all’organizzazione dell’associazione culturale Nonchalance di Padova, che presenterà al pubblico un fitto programma di eventi tra mostra mercato vintage, proiezioni cinematografiche, comics, performance e concerti, per far rivivere il clima travolgente dell’Italia degli anni 50 che ha fatto conoscere il Bel Paese in tutto il mondo. Continua a leggere “Motorshow a Bologna dal 6 al 14 dicembre”→