L’Assessore regionale Emma Petitti e il sindaco di Forlimpopoli Mauro Grandini hanno consegnato il Premio Artusi 2016. Un’occasione importante per il ventennale della Festa Artusiana, un’occasione per una riflessione sul rapporto cibo-uomo che da sempre ha caratterizzato pensiero e vita del fondatore di Slow Food.
“Sono orgoglioso di questo riconoscimento, un pezzo della mia storia personale è legata alla nascita dell’esperienza di Casa Artusi – ha affermato Petrini, in una Chiesa dei Servi gremita – Per me essere qui è come un ritorno a casa, insieme agli amici Alberto Capatti e Massimo Montanari, insieme ai quali abbiamo dato vita a una delle prime esperienze universitarie nel mondo della gastronomia”.
Il fondatore di Terra Madre poi è entrato nel merito di alcune tematiche sul mondo della cucina e dell’agricoltura: “I cuochi facciano un’alleanza con il mondo contadino. È fondamentale che mettano il loro prestigio al servizio dell’agricoltura italiana: sull’origine dei prodotti, sul giusto prezzo, sul rispetto del lavoro. Questa è una scelta di campo che la cucina deve fare, perché il cibo non solo deve essere buono, ma anche giusto e pulito. L’Artusi del XXI secolo lo vedo così”.
“E’ un orgoglio per me ricevere questo riconoscimento dalla città che ha dato i natali al padre della cucina italiana – ha aggiunto il fondatore di Slow Food – Oggi il cibo deve essere visto in maniera multidisciplinare, non solo come atto di nutrimento ma nella sua valenza sociale, economica, ambientale, antropologica. Ecco perché i gastronomi oggi hanno una responsabilità che esce dalle loro cucine”.
Al termine del suo intervento la consegna del premio, con questa motivazione: “Il Premio Artusi 2016 a Carlo Petrini per l’impegno titanico svolto con coerenza ed efficacia a favore della difesa delle colture in via d’estinzione e della biodiversità che l’ha condotto, fra l’altro, a fondare Slow Food, la prima università di Scienze gastronomiche e la rete mondiale di contadini di Terra Madre. Giusto, oltreché bello e buono di artusiana memoria”.
Alla cerimonia sono intervenuti anche lo storico Alberto Capatti e Massimo Montanari presidente del Comitato scientifico di Casa Artusi.