TESTO UNICO DEL VINO: FIVI SODDISFATTA A METÀ

la-stoppa-mano-vendemmiaLa FIVI è soddisfatta solo in parte per l’approvazione del Testo Unico del Vino. Sono queste le prime reazioni della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti all’approvazione in Commissione Agricoltura della Camera del nuovo Testo Unico sulla viticoltura e la produzione del vino, che è quindi diventato legge. Un testo che tenta di mettere ordine a un settore fortemente appesantito da pratiche burocratiche che ne minano la competitività.
Da sempre attiva nello stimolare il legislatore, già nel 2012 la FIVI aveva consegnato all’allora Ministro Catania un dossier per la riduzione della burocrazia nel settore vitivinicolo. Lo studio, redatto in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, metteva in evidenza le criticità della legislazione italiana e proponeva le soluzioni per risolverle. È viva quindi la soddisfazione nel vedere alcune delle richieste della FIVI rientrare nel nuovo Testo Unico, come l’istituto della diffida e il Registro Unico dei Controlli, che crea un raccordo tra le diverse autorità che operano nel sistema dei controlli, in modo da evitare visite doppie nella stessa cantina.
“Adesso attendiamo fiduciosi – commenta il presidente FIVI Matilde Poggi – i decreti attuativi e speriamo che portino a un effettivo snellimento della burocrazia. Resta il rammarico per il mancato intervento sulla rappresentatività nei Consorzi”.
Recentemente infatti la FIVI è intervenuta con una lettera al Ministro Martina, chiedendo di rivedere il meccanismo di attribuzione dei voti all’interno dei Consorzi di Tutela, in modo da dare più spazio ai Vignaioli, evitando il dominio delle cooperative di primo e secondo grado nei consorzi più importanti.

FIVI – Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”.
Attualmente sono poco meno di 1000 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 10.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 70 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,6 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 250 milioni di euro. I 10.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49% in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41% secondo la viticoltura convenzionale.