All’interno dell’OffiCucina giovedì 15 dicembre si è svolto il lancio della Food Innovation Global Mission, seconda parte del master di secondo livello Food Innovation Program (FIP) alla sua seconda edizione. Un giro del mondo in sessanta giorni a scoprire i food hub della food innovation in tutto il mondo. La delegazione che partirà il 18 gennaio dall’Emilia Romagna per la prima tappa, l’Olanda a esplorare Wageningen, Maastricht e Amsterdam, è composta dai 15 studenti del master, provenienti da tutto il mondo, e dai un gruppo di mentori guidati da Sara Roversi, founder Future Food Institute, tra i promotori del master insieme a Institute for the Future di Palo Alto e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Matteo Vignoli, direttore accademico del master.
“La Food Innovation Global Mission è un’idea partita dopo la dalla prima edizione di FIP – spiega Sara Roversi – durante il quale abbiamo avuto l’incredibile esperienza di Expo che ha portato il mondo in Italia, un’opportunità eccezionale di contaminazione, networking e ricerca. Per la seconda edizione mancava la dimensione internazionale fondamentale per alimentare la nostra ricerca e ce la siamo andati a cercare nel mondo, decidendo di organizzare la Global Food Mission. Andremo alla scoperta dei food heroes, le persone che nel mondo stanno cercando di generare impatti positivi attraverso il cibo e l’innovazione, impatti destinati a cambiare il mondo”.
Dall’Olanda la missione volerà negli Stati Uniti, al MIT Media Lab di Boston, a seguire New York poi nella Bay Area dove visiterà la sede di uno dei partner del master, IFTF, poi alcune realtà eccezionali dell’ecosistema della food innovation come Airbnb e Google Food Lab, occasioni per conoscere persone che stanno cambiando il mondo. E ancora l’Asia, con le tappe di Osaka, Seoul, Shanghai e Singapore. A marzo il ritorno in Italia per raccogliere i risultati di questi primi food hub e infine Londra e Tel Aviv, in aprile.
David McIntyre (Airbnb): “La Food Innovation Global Mission sarà una grande opportunità che darà a questi ricercatori la possibilità di avere una visione d’insieme sul modo in cui i food rituals e i food heroes riescono a tenere insieme le persone”. Spiegando come il cibo sia un linguaggio universale per capire non solo le persone ma anche i luoghi attorno a noi.
Danny McCubbin Social Media e Community Ambassador della Jamie Oliver Food Foundation promotrice di molti programmi legati all’educazione legata al cibo per giovani e adulti, del Food Revolution Day. “Il cibo – ha detto durante la conferenza di lancio della Mission – è un modo per connettere le persone, è importante riflettere sul mondo in cui creiamo connessioni e come lo faremo in futuro”.
Tra gli eroi del cibo presentati come esempi d’ispirazione per gli studenti in partenza per il tour anche un local food hero, Simone Ravioli, creatore di Il Postrivoro, esperienza gastronomica d’eccellenza nata quattro anni fa a Faenza.
A chiudere la conferenza Miriam Lueck Avery di Institute for the Future (IFTF), think tank fondato nel 1968 con sede a Palo Alto che da oltre 40 anni lavora sul futuro: “La nostra mission è individuare le urgenze che la società ci presenta e le tendenze per il futuro, per poter prendere decisioni che impattino in maniera positiva. Per questo obiettivo, tra gli altri, creiamo mappe per orientarsi nel futuro, per cercare di capire quello che ci aspetta, come quella da cui è partito il master, Seeds of disruptions”. Rob Falcon (IFTF): “il futuro appartiene a tutti, e questo tour sarà un’incredibile fonte di ispirazione, il futuro non può esser previsto ma può essere inventato”, citando Dannis Gabor.