La Food Innovation Global Mission (FIGM), la missione ufficiale patrocinata dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ha portato i 14 studenti della seconda edizione del master Food Innovation Program (FIP) in Olanda, prima tappa della missione alla ricerca dei più importanti food hub del mondo.
Partita il 18 gennaio da Bologna la delegazione è atterrata ad Amsterdam, città riconosciuta dalla Commissione Europea come capitale dell’innovazione e al primo posto per lo sviluppo di un ecosistema di startup secondo l’European Startup Monitor. Argomento centrale di questa tappa olandese è lo spreco alimentare “questo è davvero un tema all’avanguardia – spiega Sara Roversi, direttore esecutivo del Food Innovation Program – ed è affrontato nei modi più diversi: dai nuovi modelli di ristorazione alla ricerca universitaria negli atenei di Maastricht e Wageningen, fino ad arrivare alla produzione di alimenti che valorizzano lo spreco alimentare”.
A presentare le novità e insieme le tradizioni di un territorio in cui l’innovazione è chiave per comprendere tutto l’ecosistema food, un personaggio d’eccezione come Peter Klosse, creatore della teoria sulla classificazione dei sapori nel vino e relativi abbinamenti, ispiratore dell’Accademia della Gastronomia, autore del volume “The Essence of Gastronomy: Understanding the Flavor of Foods and Beverages” e proprietario e direttore generale dell’Hotel Gastronomique De Echoput. E ancora i due fondatori e responsabili del magazine Food Inspiration Arjan de Boer e Hans Steenbergen, principali protagonisti della diffusione delle novità in ambito food in Olanda.
Appena messi i piedi per terra i talenti del FIP hanno conosciuto altri food heroes della città. All’interno di Kitchen Republic, uno degli incubatori di startup food più importanti di Amsterdam, hanno potuto conoscere il fondatore Bart-Jan Veldhuiz e si sono confrontati con Maarten Nielsen, ideatrice di The Food Line-Up, format che propone un nuovo modo di fare catering cercando di diminuire le distanze tra il cuoco e gli ospiti riuscendo così a far conoscere anche le storie che si nascondono tra i piatti che vengono serviti. La ricerca degli eroi del cibo è solo uno degli obiettivi della Food Innovation Global Mission, nonché uno degli indirizzi di ricerca portati avanti dagli studenti all’interno del programma del master. Altro pilastro sono i food rituals, le tradizioni e le abitudini radicate nella quotidianità alimentare del paese di volta in volta visitato. Quindi quale miglior modo di concludere la prima giornata con una pedalata in bicicletta per conoscere Rakish Gangapersad di Foodhallen, il grande mercato coperto nel cuore della città diventato luogo simbolo di qualità e diversità di prodotti e cenare da Instock, il ristorante che crea i piatti usando esclusivamente ingredienti ricavati dallo scarto alimentare.
Gli studenti sono poi andati alla scoperta di Scelta Institute, azienda leader mondiale nella produzione e nelle future applicazioni della lavorazione dei funghi e di By Flow una delle realtà più innovative al mondo nella stampa di cibo in 3D e infine una sosta è stata dedicata alla Maison Van de Boerd, che focalizza parte del suo lavoro sul recupero degli alimenti di scarto, e allo stesso tempo ha fondato il progetto FoodforCare che trasforma i pasti dei pazienti ospedalieri in piatti gourmet riuscendo a ottenere impatti positivi non solo sul corpo, ma anche sullo spirito dei degenti. Dopo Amsterdam, il tour della food innovation olandese ha toccato Maastricht, dove gli studenti hanno incontrato l’ideatore e creatore del primo burger coltivato in vitro, il professor Mark Post, già docente durante il master a Reggio Emilia. I ragazzi, memori delle sue lezioni in Italia, hanno potuto visitare il laboratorio all’università di Maastricht dove è nato il suo progetto riconosciuto ormai a livello internazionale “incontrare il professor Mark Post è stata un’incredibile fonte di ispirazione, soprattutto pensando agli impatti positivi sulla salute degli animali e sul clima con la produzione del suo burger in vitro su larga scala” spiega la studentessa del Venezeula Yhosemar Daniela Mendez Sanchez.
La ricerca e l’attenzione rivolta verso prestigiosi atenei in giro per il mondo è uno dei punti fermi della Food Innovation Global Mission. A questo proposito non poteva mancare la visita all’università di Wageningen e un momento di approfondimento legato al progetto World Food Innovations, il nuovo portale che censisce tutte le più innovative soluzioni nel mondo del food. A seguire ancora incontri con i food heroes dei più diversi ambiti legati a vario titolo alla filiera dell’agroalimentare come Rune Theill dell’acceleratore Rockstart. Infine la scoperta di realtà come Mediamatic che trasformano il cuore di Amsterdam in un luogo di sperimentazione e agricoltura urbana.
Giorni intensi e pieni di ispirazioni che hanno preparato gli studenti alla tappa successiva del viaggio: gli Stati Uniti. Prima Boston, poi New York e a seguire il cuore dell’innovazione mondiale, la Silicon Valley, fino alla conclusione della missione in Asia.