Progettare, prototipare e realizzare soluzioni alternative per costruire un modello di economia circolare sul tema food all’interno di un Centro Commerciale. Questo il leitmotiv delle tre giornate dell’hackathon Waste 2 Value (7, 8, 9 giugno) che si è svolto all’interno delle Serre dei Giardini Margherita. L’iniziativa ha inaugurato l’edizione bolognese di Agrogeneration, il format dedicato a food e innovazione, promosso e organizzato da Future Food Institute, trust no profit di ricerca su cibo e innovazione in collaborazione con Vazapp, e supportato localmente da CAAB (Centro Agroalimentare di Bologna) e Fondazione FICO. L’evento del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) è patrocinato dal MIPAAF (Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali) ed è stato inserito all’interno di #All4TheGreen, l’insieme di più di 70 appuntamenti all’insegna dell’ecologia e della green economy che hanno animato la città di Bologna in concomitanza del G7 Ambiente.
La challenge dell’hackathon (ovvero la sfida lanciata a inizio evento su cui tutti i partecipanti divisi in gruppi hanno lavorato) è stata lanciata da Impronta Etica, associazione che dal 2001 si occupa della promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa, che ha accolto la volontà di tre importanti aziende di matrice cooperativa Camst, Coop Alleanza 3.0 e IGD SiiQ che da tempo hanno intrapreso un percorso di miglioramento delle proprie performance ambientali, economiche e sociali, lavorando per essere sempre più sostenibili ed efficienti. L’hackathon ha rappresentato il primo di una serie di confronti con i portatori di interesse delle tre imprese, nell’ambito di un progetto di economia circolare che ha l’obiettivo di riportare nei cicli produttivi le materie che sono considerate “scarto” trasformandole in una risorsa. Queste aziende, protagoniste del territorio bolognese e nazionale, hanno messo a disposizione per l’intera durata dell’evento mentori per assistere i ragazzi e dati utili per la progettazione.
A vincere questa sfida il progetto “RePOD, proteggiamo le tue piante” che vuole usare i fondi di caffè e le bucce di arancia di scarto prodotte all’interno dei centri commerciali per realizzare delle piccole capsule 100% biodegradabili a lento rilascio per la fertilizzazione delle piante domestiche. In questo modo il cerchio della produzione e del consumo si chiude nei vasi dei singoli clienti. I tre ragazzi vincitori, Tommaso Tota, Mattia Pagliuso e Paola Dileo si sono aggiudicati 1000 euro per la realizzazione dei primi prototipi e saranno invitati a partecipare all’edizione di Agrogeneration per il G7 dell’Agricoltura, a Bergamo, in ottobre, con l’obiettivo di confrontarsi con altre ragazze e altri ragazzi provenienti da tutto il mondo sui nuovi modelli di produzione agricola e consumo alimentare.