Fare cultura di prodotto, promuovere un turismo di qualità fatto di mobilità lenta ed emozioni uniche e porsi come interlocutore autorevole delle istituzioni nella definizione della disciplina dell’enoturismo abbozzata dalla legge di Bilancio 2018. Sono questi gli obiettivi principali per il 2019 emersi in occasione della riunione del Coordinamento Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori d’Italia tenutasi lunedì 11 febbraio a Bologna presso la Fondazione FICO, dove ha fissato la sua sede.
Il Coordinamento, nato a fine 2017 per contribuire alla crescita e al consolidamento di quel turismo rurale, enogastronomico e culturale che rappresenta una voce sempre più importante dell’economia e dello sviluppo futuro del nostro paese, riunisce oggi 79 Strade, tra cui alcune delle realtà più importanti e strutturate di un panorama quanto mai ricco e diversificato. Presente all’incontro anche la Strada della Romagna, che nel territorio della provincia di Ravenna riunisce 9 Consorzi, 18 Comuni e 43 realtà tra agriturismi, ristoranti e aziende agricole. Proprio l’Emilia Romagna, con i suoi 44 prodotti Dop e Igp, è la regione con più prodotti tipici certificati.
“Il Coordinamento – afferma il portavoce nazionale Paolo Morbidoni, presidente delle Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria – è nato per fare rete tra realtà che condividono i medesimi intenti di promozione turistica, rappresentare una voce sola nel confronto con le istituzioni del paese e lavorare insieme su progetti comuni di ampio respiro e di lungo periodo”.
Tra gli obiettivi più urgenti del Coordinamento spicca quello di contribuire alla definizione della nuova norma sull’enoturismo e sulle politiche di valorizzazione del legame enogastronomia-territorio. Ruolo confermato proprio da Luciano Neto, Capo Segreteria Tecnica del Ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Centinaio presente all’assemblea.
A vent’anni dal loro riconoscimento (legge n. 269 del 1999), le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori si sono candidate per fornire un contributo prezioso nell’aggiornamento dell’ormai obsoleta legge del 1999 e nella definizione della disciplina dell’enoturismo, inserita dal governo Gentiloni nella legge di Bilancio 2018. “Il Coordinamento delle Strade – spiega la coordinatrice della Strada della Romagna Maida Cattaruzza – dà voce unitaria a tante esperienze positive consolidatesi sul campo e che si nutrono del dialogo continuo tra aziende, enti e operatori del settore. Dal 1999 a oggi i mercati sono cambiati e i profili dei turisti si sono diversificati: la griglia normativa deve essere aggiornata per permettere di valorizzare al meglio eccellenze agroalimentari uniche che hanno una forte attrattiva in tutto il mondo”.
Secondo una ricerca di Isnart-Unioncamere, infatti, gli interessi enogastronomici per i prodotti tipici e l’agroalimentare made in Italy muovono un turista su quattro in Italia: con il 26% (che sale al 29,9% tra gli stranieri), la motivazione del vino e del cibo ha superato anche l’attrattiva per il patrimonio artistico e monumentale (ferma al 24,2%). Non solo: un’indagine Coldiretti/Ixè, dal canto suo, l’Italia è leader mondiale per il turismo enogastronomico, con un +9% nel 2018. Uno dei primi passi del Coordinamento sarà l’aggiornamento della mappatura delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori d’Italia alla luce delle fusioni e dei progetti comuni maturati in alcuni territori.