Dalla pittura, che imparò ad amare tra i banchi dell’Università di Bologna agli inizi degli anni Quaranta, al cinema, che lo vide protagonista di una meravigliosa stagione negli anni Sessanta e Settanta. I capolavori dell’arte medievale e rinascimentale rivivono nel cinema di Pier Paolo Pasolini, sono riferimento visivo costante delle sue inquadrature, fonti d’ispirazioni o financo tableaux vivant.
Le Folgorazioni figurative furono quelle che illuminarono lo sguardo del giovane Pasolini, quelle che la mostra realizzata dalla Cineteca di Bologna ricostruisce mettendo a confronto le immagini della grande tradizione pittorica e quelle dei film di PPP, lungo un percorso cronologico che va dall’esordio di Accattone nel 1961 all’ultimo, postumo, Salò del 1975.
Promossa dalla Cineteca di Bologna, nell’ambito delle celebrazioni del Comune di Bologna e di quelle del Comitato nazionale per il Centenario della nascita di Pasolini, con il patrocinio di Alma Mater Studiorum Università di Bologna, il sostegno del Ministero della cultura e della Regione Emilia-Romagna, la partnership con Tper (con cui è realizzata la galleria di vetrofanie che ritraggono Pasolini esposte nelle pensiline della città) e Trenitalia Tper, e curata da Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi e Gian Luca Farinelli, la mostra Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative sarà aperta al pubblico dal 1° marzo al 16 ottobre (con visite guidate a cura di Bologna Welcome, mentre quelle per le scuole saranno a cura del progetto Schermi e Lavagne della Cineteca di Bologna), inaugurando così i nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo (la cui riqualificazione è stata resa possibile grazie ai contributi POR FESR Emilia-Romagna 2014-2020 Asse 6 Città attrattive e partecipate, nell’ambito del progetto dei Laboratori aperti del Comune di Bologna), nel cuore di Bologna, la città dove Pasolini nacque il 5 marzo 1922.
Non si tratta di rammentare un semplice dettaglio anagrafico, ma di seguire una traccia. Importante. La traccia che Bologna ha lasciato nella formazione di una delle anime più sensibili del nostro Novecento, dalla nascita, appunto, agli anni del liceo e dell’università, con un maestro come Roberto Longhi che ne plasmò lo sguardo e lo instradò verso una passione, quella per l’arte figurativa, che lo accompagnerà lungo tutto il suo poliedrico percorso creativo. Una vera e propria folgorazione.
La formazione dello sguardo: Roberto Longhi
Come ci ricorda Marco Antonio Bazzocchi nel saggio introduttivo al catalogo della mostra, pubblicato dalle Edizioni Cineteca di Bologna, “Pasolini ha imparato a leggere i dipinti negli anni Quaranta, grazie all’insegnamento di Roberto Longhi, che nell’autunno del 1941, a Bologna, in via Zamboni 33, ha spiegato a un ristrettissimo gruppo di studenti le differenze tra la pittura di Masaccio e quella di Masolino. Per farlo ha usato una tecnica critica assolutamente nuova, proiettando sullo schermo dell’aula i vetrini che riproducono le immagini di alcuni particolari delle opere d’arte analizzate. Lì, dai particolari, dai frammenti di un’opera, Longhi ricostruisce lo stile dell’artista, sa distinguere le fasi del suo percorso, le sa mettere in rapporto con quello che viene prima ma anche con quello che verrà poi. Particolari e frammenti di realtà, un viso, una mano, un lembo di veste. Corpi sezionati, esaminati a pezzi, osservati come oggetti d’amore. Per Pasolini in quei vetrini si consuma una folgorazione dove prende posto tutto il suo mondo futuro: la sua idea della Realtà come oggetto unico di attenzione, il bisogno di leggere sempre nei volti l’alterità, la diversità, la spinta a uscire fuori di sé per conoscere il mondo, e infine la carica erotica. Ogni film di Pasolini è progressivamente la costruzione di una bellezza che saccheggia ampie zone dell’arte italiana o europea per ridare dignità espressiva a ciò che non la avrebbe. I suoi film, complessivamente, disegnano una storia dell’arte in forma di cinema”.
Un itinerario tra arte figurativa e le rielaborazioni pasoliniane
“La mostra – secondo i curatori Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi e Gian Luca Farinelli – sarà un itinerario figurativo all’interno dell’immaginario di Pier Paolo Pasolini: ogni sezione corrisponderà a uno snodo fondamentale del suo percorso artistico e formativo, dall’insegnamento di Longhi alla pittura friulana, dalla scoperta di Roma e del cinema all’amore per le culture arcaiche, alla condanna della massificazione consumistica. Il filo conduttore del percorso sarà dato dai dipinti e dai disegni dell’arte della grande tradizione italiana e internazionale e di quella contemporanea che Pasolini ha assorbito nel proprio sguardo e ha rielaborato e reinventato nelle sue opere creando un immenso sistema visivo-scritto. Ogni sezione avrà un tema centrale che verrà illustrato dalle riproduzioni pittoriche e dai testi di Pasolini che le accompagnano, oltre che da audiovisivi comprendenti sequenze dei suoi film e dei suoi interventi. Così l’intera opera di Pasolini e il percorso del suo pensiero e del suo immaginario verranno raccontati attraverso un montaggio di immagini che corrisponderà a un racconto visivo”.
La mostra come capitolo centrale delle iniziative della Cineteca di Bologna per i 100 anni di PPP
La mostra rappresenta il capitolo centrale, ma non unico, dell’omaggio che la Cineteca di Bologna dedica a Pasolini e che si compone inoltre di una pubblicazione, Pasolini e Bologna. Gli anni della formazione e i ritorni, che si aggiunge al già citato catalogo della mostra che verrà presentato nel giorno del compleanno di PPP, sabato 5 marzo, alle ore 17.30, in Biblioteca Salaborsa; un convegno allo Stabat Mater dell’Archiginnasio in programma giovedì 3 marzo, alle ore 17.30, con gli interventi di Anna Tonelli, Marco Antonio Bazzocchi, Stefano Casi, Roberto Chiesi, Andrea Cerica, Stefania Rimini; altro volume che verrà presentato, sarà quello delle Lettere, edito da Garzanti, martedì 15 marzo, alle ore 21, nell’Aula Magna dell’Università di Bologna in Piazza Scaravilli, alla presenza di Graziella Chiarcossi e della curatrice del volume Antonella Giordano. E poi la retrospettiva integrale, sempre a Bologna, al Cinema Lumière, dei film di PPP e la distribuzione (in collaborazione con CSC – Cineteca Nazionale) su tutto il territorio nazionale di alcuni tra i titoli più rappresentativi, grazie al progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, con il quale la Cineteca di Bologna porta da un decennio nelle sale italiane i classici restaurati.