Marca Corona per l’Arte: tutti gli eventi nell’ambito di: ART CITY Bologna 2025 in occasione di ARTEFIERA

Torna per il terzo anno, nell’ambito di ART CITY Bologna 2025 in occasionedi ARTEFIERA, Marca Corona per l’Arte: il progetto di arte partecipata con cui Ceramiche Marca Corona, la più antica azienda del distretto di Sassuolo, indaga le dinamiche della contemporaneità e l’evoluzione della sua identità, dal 1741 connessa al mondo dell’arte. Dal 7 al 9 febbraio 2025, il Teatro San Leonardo, ex chiesa risalente al XIV secolo, ospiterà la mostra MCm – Minimo Comune multiplo di Andrea Mastrovito, il convengo Cantiere Futuro | R(I)ESISTERE – keynote speaker l’architetto e artista Maurizio Cilli – e la proclamazione del vincitore del Premio Marca Corona dedicato ai creativi under 35.

La mostra: Andrea Mastrovito, MCm – Minimo Comune multiplo
Artista visivo, scelto come protagonista della terza edizione di Marca Corona per l’Arte, Andrea Mastrovito a Bologna esplora il concetto di multiplo: filo conduttore dell’esposizione allestita in autunno nello stabilimento di Marca Corona e tratto comune sia alla pratica dell’artista sia alla produzione industriale dell’azienda.

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Antichi sapori del Ponente Ligure

Ci troviamo a Soldano  nell’entroterra della  Riviera di Ponente,  tra le valli dei fiumi  Nervia e Verbone, in provincia di Imperia. Soldano è uno dei centri produttori del vino Rossese di Dolceacqua DOC  (il primo vino ligure ad aver ottenuto la Doc, nel 1972). Qui  tra vigneti, olivi, fiori e piante tipiche della macchia mediterranea incontriamo Giovanni Guglielmi, uno dei viticoltori storici che producono questo vino, che ci accompagna alla scoperta delle sue vigne, coltivate lungo i terrazzamenti nelle colline.

“Qui a inizio secolo era pieno di limoni e limonaie.

In seguito, tra il costo della manodopera e la piccola produzione che si poteva ottenere, non si poteva competere. Si lavorava più sulla qualità che sulla quantità.

Per avere la  D.O.C. del Rossese dobbiamo coltivare a minimo 100 metri di altitudine.

Un tempo qui la vendemmia si faceva coi muli.

Arrivavano a Soldano anche un centinaio di muli da Taggia, Badalucco, paesi dove non c’erano le vigne e facevano la stagione. Al mattino il mulattiere si alzava presto, dava da mangiare alla mula poi iniziava a viaggiare per questi piccoli sentieri chiamati mulattiere. E scendeva poi con due ceste da viaggio.

Ogni produttore aveva i propri muli, poi prendeva anche 2 o 3 mulattieri.

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