Il Comune di Ferrara e il Salone del restauro dei musei e delle imprese culturali di Ferrara si fanno promotori di una importante iniziativa culturale che intende aprire nuovi orizzonti tra i popoli, col senso dell’umanità e della diversità delle culture come valori preziosi da custodire e salvaguardare.
Questo in uno dei luoghi più antichi e simbolici della città, aperta a una nuova stagione di progetti, e alla vigilia dell’inaugurazione della 25° edizione del Salone, che da quest’anno sarà internazionale e con questa straordinaria preview si sposta idealmente oltre il quartiere Fiera, sottolineando il legame vitale con Ferrara e il suo antico centro storico.
La creazione del premio “Mostre d’arte ponte di culture”, alla sua prima edizione, rappresenta uno sguardo ampio per la comprensione delle culture e della società attraverso il museo, occasione di incontro per costruire e condividere significati e bellezza.
Il premio sarà conferito all’esposizione Chrétiens d’Orient, 2000 ans d’histoire prodotta dall’Institut du monde arabe di Parigi, la celebre istituzione nota per la cultura di dialogo tra Oriente ed Occidente, in partenariato col Musée des beaux-arts Eugène-Leroy di Tourcoing(Lille).
La prestigiosa distinzione sarà conferita dal sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e sarà ricevuta dalle due curatrici: Élodie Bouffard, responsabile delle collezioni e delle esposizioni all’Institut du monde arabe di Parigi e Raphaëlle Ziadé, responsabile del Dipartimento bizantino del Petit Palais, Musée des beaux-arts de la Ville de Paris.
Il comitato scientifico di eccellenza del Premio – che annovera grandi studiosi come Philippe Luisier del Pontificio Istituto Orientale di Roma – e il prestigioso comitato d’onore – tra i nomiAna Luiza Massot Thompson-Flores, direttore dell’UNESCO Regional Bureau for Science and Culture in Europe e Carla di Francesco, segretario generale del MiBACT – hanno riconosciuto l’alto valore dell’esposizione che “racconta, propone e fa conoscere all’Europa, attraverso oggetti di grande valore artistico, la lunga storia plurale della comunità cristiana nel Vicino e Medio Oriente dall’antichità ai nostri giorni, e il suo ruolo straordinario sul piano politico, culturale, sociale e religioso” per ben sedici secoli.
Chrétiens d’Orient induce riflessione sulla situazione attuale delle comunità cristiane orientalie sul patrimonio culturale in pericolo, con un invito per la comunità internazionale a prenderne coscienza e ad adoperarsi per la pace.
Premio “Mostre d’arte ponte di culture”
Comitato scientifico
Françoise Barbe, conservatrice del patrimonio, Département des objets d’art, Musée du Louvre;Carlo Bertelli, professore emerito di Storia dell’arte delle Università di Lugano e della Svizzera italiana; Letizia Caselli, storica dell’arte comparata e direttore del corso di Storia dell’oreficeria e delle Arti decorative, Ateneo Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Venezia; Philippe Luisier sj, professore di Lingua e Letteratura copta e direttore della rivista internazionale Christiana Orientalia Periodica, Pontificio Istituto Orientale di Roma; Vincenzo Pace, professore di Sociologia della religione, Università degli Studi di Padova.
Comitato d’onore
Principe Giovanni Alliata di Montereale, conservatore Fondazione Archivio Vittorio Cini, Venezia
Carlo Amadori, direttore del Salone internazionale del restauro, dei musei e delle imprese culturali di Ferrara; Carla di Francesco, segretario generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; Ana Luiza Massot Thompson-Flores, direttore dell’UNESCO Regional Bureau for Science and Culture in Europe, Venezia; Luisella Pavan-Woolfe, direttore Venice Office del Consiglio d‘Europa; Tiziano Tagliani, sindaco della città di Ferrara
Programma premiazione
Introduce
Letizia Caselli
responsabile scientifico del progetto internazionale “La città dei musei. Le città della ricerca”
Premiazione della mostra Chrétiens d’Orient. 2000 ans d’histoire conferita da Tiziano Taglianisindaco della città di Ferrara
Intervento delle curatrici
Élodie Bouffard, responsabile delle collezioni e delle esposizioni, Institut du monde arabe di Parigi e Raphaëlle Ziadé, responsabile del Dipartimento bizantino del Petit Palais, Musée des beaux-arts de la Ville de Paris
Discussione
Le comunità cristiane d’Oriente Patrimonio Universale dell’Umanità
Partecipano
Carlo Bertelli, professore emerito di Storia dell’arte delle Università di Lugano e della Svizzera italiana;
Vincenzo Pace, professore di Sociologia della religione, Università degli Studi di Padova;
Philippe Luisier, professore di Lingua e Letteratura copta, Pontificio Istituto Orientale di Roma.
La mostra Chrétiens d’Orient, 2000 ans d’histoire
Evento prodotto dall’Institut du Monde arabe di Parigi in paternariato col Musée des beaux-arts Eugène-Leroy di Tourcoing (Lille).
Curatrici: Élodie Bouffard, responsabile delle collezioni e delle esposizioni all’Institut du Monde arabe di Parigi; Raphaëlle Ziadé, responsabile del Dipartimento bizantino del Petit Palais, Musée des beaux-arts de la Ville de Paris.
Luoghi dell’esposizione: Institut du monde arabe di Parigi dal 26 settembre 2017 al 14 gennaio 2018; Musée des beaux-arts Eugène-Leroy di Tourcoing dal 23 febbraio al 12 giugno 2018.
Prima grande esposizione su questo tema in Europa, allestita per diversi mesi all’Institut du monde arabe di Parigi e ora, sino giugno, al Musée des beaux-arts Eugène-Leroy di Tourcoing, nel nord della Francia. Salutata dalla critica e appoggiata dalle autorità pubbliche, ha incontrato un grande successo di pubblico.
Nato a Gerusalemme il Cristianesimo si è rapidamente diffuso in tutto il Vicino e Medio Oriente: sui territori attuali della Siria, del Libano, dell’Egitto, della Giordania, dell’Irak, dei Territori palestinesi persino della penisola Araba.
Lungo la storia i cristiani hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo politico, culturale, sociale e religioso di questa parte del mondo.
Un posto singolare messo in luce nell’esposizione da periodi-cerniera: insediamento del Cristianesimo, concili fondatori, conquista musulmana, espansione di missioni cattoliche e protestanti, apporto dei cristiani alla Nahda (la rinascita araba), rinnovamento dei secoli XX e XXI.
Lungo il percorso l’accento è messo sulla formidabile diversità del Cristianesimo, nella pluralità di una decina di liturgie, maronita, siriaca, armena, copta, caldea, greco-melkita ortodossa e cattolica. Dove l’architettura, la liturgia, l’importanza del monachesimo e dei pellegrinaggi, il culto dei santi risultano porte dì accesso per comprendere le convergenze e le specificità di ognuna delle comunità presentate.
Uno spazio nel cuore della storia, ora romana, bizantina, musulmana, ottomana, ambito dall’Occidente prima di conoscere i movimenti nazionalisti arabi, oggi al centro di grandi preoccupazioni in questi territori.
Il percorso è costellato di opere straordinarie del patrimonio vivente trasmesso in sedici secoli, alcune prestate per l’occasione dalle stesse comunità attraverso l’aiuto dell’Oeuvre d’Orient, un’associazione umanitaria che ha come scopo di aiutare i cristiani d’Oriente.
Si tratta di reliquiari dipinti, bassorilievi scolpiti in avorio, oggetti di oreficeria, fotografie dei numerosi altari dedicati alla Vergine sulle vie di Beirut, infine carte e documenti diplomatici.
Tra le meraviglie i Vangeli di Rabbula, il celebre manoscritto siriaco miniato del VI secolo, e iprimi disegni cristiani conosciuti al mondo di Doura-Europos in Siria, risalenti al III secolo.
L’Institut du monde arabe di Parigi
L’Institut du monde arabe, inaugurato nel 1987 sotto la presidenza di François Mitterand, è nato dalla volontà di creare un ponte tra Oriente e Occidente attraverso un luogo laico per valorizzare la civiltà del mondo arabo, il suo sapere, il suo spirito e la sua estetica.
La sede, il famoso palazzo a vela realizzato nel V arrondissement dall’architetto Jean Nouvel, esprime con la commistione di elementi appartenenti alle due culture questa aspirazione.
Secondo il progetto originale “un museo d’arte e civiltà arabo musulmana”, che si è avvicinato progressivamente al Cristianesimo, cominciando nel 2000 con la mostra “L’arte copta in Egitto” e nel 2003 con “Icone arabe, arte cristiana del Levante”.
Poi è seguita la decisione di ripensare il museo, custode di veri tesori nelle collezioni permanenti tra cui i libri santi e gli oggetti rituali di Ebraismo e Cristianesimo, rarità come il frammento di una tomba di Palmira, in Siria, recuperato da un sito totalmente distrutto dalla guerra.
La cultura, concepita come un alto esercizio di diplomazia, è sfaccettata e aperta alla contemporaneità con esposizioni, proiezioni cinematografiche, conferenze, corsi di lingua e concerti che animano la vita parigina e forniscono nel contempo le prime chiavi per comprendere il mondo arabo sia in Francia che in Europa.
Sotto la presidenza di Jack Lang (dal 2011), già ministro socialista della Cultura sotto il governo Mitterand, l’attività dell’Istituto conosce una nuova espansione che vede la recenteriapertura della biblioteca, che accoglie un patrimonio di 100.000 volumi, e numerose iniziative rivolte ai giovani.