La giovane fotografa nata e cresciuta a Londra Juno Calypso, nome cult per gli amanti di un’estetica pop pink che richiama gli anni ’60 e ‘80, nota a livello internazionale soprattutto per le tre serie Joyce, The Honeymoon e What to do with a Million Years, debutta per la prima volta in Italia con una mostra allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano in corso Monforte 23, la mostra inaugurata il 24 ottobre proseguirà fino al 11 gennaio. Un lavoro tutto da scoprire, quello di questa artista giovane ma già affermata, capace di calamitare un significativo seguito sia online attraverso i suoi canali social, sia di persona per precedenti esibizioni e performance all’estero a New York, in Sud Corea, Messico, Canada e Cina.
Quelli di Juno Calypso – vincitrice tra gli altri del prestigioso Photography Awards 2016, il premio di fotogiornalismo più ambito al mondo indetto dal British Journal of Photography – sono scatti gentili e intensi che appassioneranno i visitatori catapultandoli in realtà ironiche e stranianti. Una selezione di immagini selezionate dalle tre serie citate, a partire dall’alter-ego dell’artista, Joyce, personaggio immaginario che raffigura una casalinga sola e repressa in ambientazioni insolite e surreali. Una donna alla ricerca spasmodica della perfezione attraverso l’uso di trattamenti di bellezza e dispositivi per il miglioramento del corpo.
Solitudine della protagonista degli scatti e carattere surreale delle ambientazioni anche per la serie The Honeymoon del 2015, per cui l’artista si è chiusa per una settimana in una camera demodé di un motel americano per coppie in crisi con la sua valigia piena di parrucche e lingerie. Joyce ha quindi posato in vasche da bagno rosa a forma di cuore e nuda di fronte a specchi multipli mettendo in atto rituali che altrimenti si svolgerebbero in questi spazi con due persone, mostrandoci l’aspettativa di seduzione delusa e un’atmosfera di estrema malinconia.
Presenti inoltre, opere del suo ultimo progetto del 2018 What to do with a Million Years. Questa volta la scelta del set cade su Las Vegas, dove ancora oggi si trova un vero e proprio bunker costruito nel pieno del terrore nucleare alla fine degli anni ’60. Una villa sotterranea creata da un ricco imprenditore di cosmetici, progettata per essere vissuta quotidianamente. Il bunker è dotato di ogni comfort, piscina, bagno idromassaggio, stanza per gli ospiti, sala da ballo, e un giardino in cui fare il barbecue. “Una via di mezzo tra una tomba e un mausoleo, dove tutto è silenzioso e immobile. Una sorta di capsula del tempo.” dice l’artista. A rendere tutto più misterioso è stato per Juno scoprire che l’attuale proprietà del bunker è di una società interessata alla crionica, la scienza che iberna i corpi in azoto liquido.
Le opere di Juno Calypso sono state pubblicate da numerose testate internazionali tra cui: Vogue Italia, TIME, The Guardian, Paper, i-D, Dazed & Confused, The Sunday Times, The Independent and VICE.