L’interessante confronto si è svolto nel corso della 27a edizione di Tipicità Festival
Un’ulteriore crescita del 10% nelle vendite, secondo il rapporto della Commissione Europea sull’agricoltura biologica, è la performance dei cibi biologici che continuano incessantemente ad acquisire uno spazio sempre maggiore nelle preferenze dei consumatori.
E le Marche, culla già trent’anni fa delle prime paste biologiche, alimentano questa corsa con una crescita costante delle superfici condotte a biologico.
A Tipicità 2019, uno dei Festival più significativi dello Stivale per la valorizzazione delle identità locali e dei nuovi stili di consumo, si è svolto un concorso che ha voluto evidenziare la crescita qualitativa e la varietà delle paste biologiche.
Nell’ambito del Salone “Orizzonte Bio” ha avuto luogo il primo contest Marcheinpastabio. Protagoniste le diverse tipologie di paste affidate a chef in grado di esaltarne le peculiarità.
Tenuta di cottura, gradevolezza al palato, adeguatezza dell’abbinamento con salsa, i principali criteri per esprimere una valutazione, studiati dall’Accademia di Tipicità in collaborazione con Il Mercato dell’Erbe. Presieduta da Elena Vittadini, tecnologa alimentare dell’Università di Camerino, la giuria era composta dai seguenti esperti: Danilo Bei, chef; Ugo Bellesi, rappresentante dell’Accademia della Cucina Italiana; Veronique Angeletti, giornalistica enogastronomica; Ambra Micheletti dell’Assam.
Premiata l’ottima tenuta e l’abbinamento con la salsa proposto dallo chef Antonio di Guglielmo per le penne dell’Azienda agricola Sabatino. Apprezzato anche il profumo genuino ed il “benessere per il palato” de “La biologica”, presentata dallo chef Paolo Antinori. Buono il gradimento della giuria per l’aroma netto e deciso della pasta di farro dell’Agrimichele, nella versione della chef Barbara Settembri, così come per i prodotti del Molino Agostini, in un inconsueto abbinamento con topinambur e menta firmato dallo chef Giammarco di Girolami.
Sapore a rilascio lento e spiccata identità per la pasta firmata “La Terra ed il cielo”, proposta da chef Enrico Mazzaroni, mentre i prodotti di “Agribio Colcerasa” hanno denotato un sapore forte che inonda il palato. Elastica e con un ottimo sapore la pasta de “La picena” abbinata allo chef Alessandro Campetella, mentre un prodotto che riesce ad esaltare il condimento è quello di “Girolomoni”, presentato dalla chef Serena d’Alesio.
Insomma, un responso che manifesta enorme varietà di sapori, aromi e biodiversità, che è forse il marchio distintivo delle paste bio. Rifuggire dall’omologazione, esaltando le identità locali e microclimatiche che rendono la diversità un valore sempre più apprezzato dai consumatori