Un’annata positiva sulla quale serve comunque lavorare con criterio in cantina, nonostante le uve, alla vendemmia, si siano presentate di qualità. Così, in sintesi, si esprime Vittorio Festa, enologo de La Fortezza, la cantina in provincia di Benevento, con una produzione complessiva annuale che si aggira attorno alle 800.000 bottiglie. “È sempre importante ribadire come il lavoro, per ottenere ottimi vini, abbia inizio dalla vigna – spiega l’enologo -. La raccolta avviene in cassetta, così da fare un’ulteriore selezione; successivamente raffreddiamo le uve sia bianche che nere da -2 a 0°C prima di arrivare alla pressatura, così da preservare maggiormente aromi e profumi e la tipicità del vitigno”.
La giusta maturazione dei grappoli ha permesso di avere dei grandi vini rossi, oltre a garantire la qualità dei bianchi; insomma un’annata destinata a dare soddisfazione nel bicchiere. “Pensare che in cantina abbiamo ancora dei serbatoi con le vinacce – prosegue Festa -, c’è un Aglianico che non è ancora stato svinato, è una macerazione prolungata che dura da più di 4 mesi, a cappello sommerso”. Grandi attese anche per la Falanghina utilizzata non solo per vini fermi ma anche per lo spumante. Raccolta a fine agosto e già selezionata durante la vendemmia, è pronta per dar vita a uno dei prodotti di punta de La Fortezza, il Maleventum, prodotto con il Metodo Martinotti, mettendo direttamente i mosti in autoclave per por rimanerci circa un anno, quindi con un affinamento molto lungo.