Il giovane cantautore palermitano Salvo Anello sarà tra i finalisti della 33° edizione del Sanremo Rock Festival che avrà luogo al Teatro Ariston di Sanremo dal 6 al 12 settembre. Anello, musicista e compositore di talento, accompagnato dalla sua orchestra, ha presentato alla giuria due dei brani contenuti nel suo ultimo disco “Non per rancore ma per gioco”. I brani rappresentano sia musicalmente che a livello di testi la sintesi di un intero lavoro introspettivo, una ricerca per scoprire ciò che siamo veramente, in contrapposizione ad “un meschino” apparire. Salvo Anello ha iniziato il suo percorso musicale nel 1996 con gli studi di pianoforte e successivamente con quelli di chitarra, presso il conservatorio V.Bellini di Palermo.
Ha già pubblicato tre album, L’identico canto del 2009, Nella mente di Matteo il matto del 2011, Alla corte del re del 2012. Lo abbiamo incontrato.
Quando è nata la tua passione per la musica e nello specifico per il rock?
Determinare un punto esatto nel tempo in cui la mia passione per la musica si è manifestata è per me davvero arduo. Da che ho memoria ho sempre nutrito un forte interesse per la musica. Già all’età di tre anni (come raccontano i miei familiari) riproducevo semplici melodie su una tastiera. All’età di quattordici anni è arrivata la passione per il rock, ed in particolare per i gruppi anni 70: Pink Floyd, King Crimson, Queen e altri.
I tuoi riferimenti base fanno capo al rock anni 70 e le nuove leve? Quali sono gli artisti che hanno dato un contributo alla tua crescita professionale?
Per quanto riguarda il cantautorato sicuramente il panorama italiano degli anni 70 come De Andrè, De Gregori, Dalla, Battisti. Per quanto riguarda la musica più contemporanea non ho ancora trovato artisti che mi convincano davvero.
Cosa significa per te suonare musica rock? Quali emozioni ti suscita?
Il rock è per definizione rabbia, protesta. E’difficile per me capire quale sia l’ordine causa/effetto in questo caso, ma sono sicuro che queste due bellissime emozioni sono i capisaldi della mia personalità musicale.
Immagino che la musica sia per te anche ricerca di un linguaggio espressivo che possa veicolare un messaggio. Quale è rivolto a chi?
Raccontarsi attraverso la musica significa mettersi a nudo in un mondo, troppo spesso, moralista e pudico. Per questo motivo la mia musica è rivolta a tutti, quasi come fosse un esperimento sociale. In merito alla mia ultima pubblicazione “Non per rancore ma per gioco”, ho voluto raccontare un dualismo profondo che affatica le nostre menti nevrotiche, ovvero la perenne lotta fra razionalità e spiritualità, bestia e virtù, rancore e gioco.
Quali sono i tuoi prossimi progetti, a parte questo importante traguardo del
Sanremo Rock Festival?
Al momento sono molto concentrato sul festival, che sta assorbendo parecchie delle mie energie. Nel frattempo, sono già al lavoro su un nuovo singolo e chissà, magari potrà venirne fuori un nuovo album.
Appuntamento, dunque, dal 6 al 12 settembre per la 33° edizione del Sanremo Rock Festival.
Giovanna Sciacchitano