Segnalazione collettiva MA NON TUTTO È NERO

Giovedì 2 febbraio 2023 alle ore 18:30 apre al pubblico la collettiva MA NON TUTTO È
NERO presso l’Istituto di Istruzione e Formazione Giambattista Vico.
L’Istituito si riapre al contemporaneo con lo scopo di avviare un programma di
collaborazione con artisti emergenti e non. In occasione di ArtCity 2023, l’aula d’Arte
ospita la collettiva che vede esposte le opere degli artisti Vittoria Cafarella, Domenico
Canino, Vincenzo D’Argenio, con un testo di Emilia Angelucci.
La collettiva nasce a partire da un terreno comune nella poetica degli artisti i quali trovano
nell’aula d’arte dell’Istituto Giambattista Vico un punto di contatto negli aspetti materiali e
simbolici dell’Eigengrau: il colore che emerge nell’assenza di luce.

Non è raro svegliarsi nel cuore della notte, aprire gli occhi e non vedere nulla. In quel
momento di durata indefinita, in cui la realtà e il sogno convivono, i pensieri e le immagini
si confondono in un grigio profondo prossimo al buio assoluto. Ma non tutto è nero. Dove
i contorni delle cose cominciano a emergere dal fondo della coscienza appena destata, il
colore che l’occhio umano percepisce è un grigio particolarmente scuro chiamato
Eigengrau.


Generata dalla percezione di un campo in continua evoluzione formato da piccoli punti
bianchi e neri, questa luce scura denominata da Gustav Theodor Fechner a metà del XIX
secolo Eigengrau viene interpretata dallo psicologo come una condizione psicofisica di
grigio interiore in cui le immagini rimangono sulla soglia della visione.
L’esposizione si concretizzata sull’interesse comune da parte degli artisti verso la
fisiologia del corpo, la dimensione dell’onirico e la suggestione dell’ignoto. Cafarella,
Canino e D’Argenio siconfrontano su temi come il buio, l’illusione, l’(in)consapevolezza e il
ricordo che lo stesso termine tedesco evoca.
Cafarella si muove dunque in un labirinto dove il passato e il presente si intrecciano sul
futuro e lasciano riaffiorare, come spesso accade nella sua pratica, residui di immagini e
suoni che prendono la forma di collage e installazioni. Canino indaga lo spazio pittorico
alla ricerca di figure che squarciano la tela e oltrepassano la dicotomia tra vita e morte,
sonno e veglia e luce e ombra. D’Argenio ancora una volta si confronta con il suo vissuto
personale proponendo una serie di materiali d’archivio che riflettono sulla tematica del
grigio inteso come il non-detto. Emilia Angelucci propone uno scritto a integrazione delle
influenze concettuali presenti in mostra strutturato non come testo curatoriale ma come
una installazione a sé stante.

BIOGRAFIE
Vittoria Cafarella (Messina, 1983) attraverso pittura, collage, video o installazione
realizza composizioni stratificate che rimandano a strutture di contenitori e griglie. Il lavoro
risultante dalle sue pratiche evoca percezioni erose e stratificazioni del tempo, spesso
associazioni che suggeriscono la ricerca di relazioni tra elementi visivi o verbali relativi al
corpo, la psicologia e il linguaggio. Si è formata tra Palermo e Bologna, città nelle quali ha
maturato un interesse sempre crescente verso la scena artistica e musicale indipendente.
Nel 2018 a Bologna fonda Nylon, contenitore di performance e workshop orientati alla
pratica DIY. Tra le sedi degli ultimi progetti espositivi figurano FIG Bilbao, Cantieri Culturali
della Zisa, CRAC, Premio Fabbri. Tra i festival ha performato in particolare a MainOff e
NAF. Vive e lavora a Bologna.
Domenico Canino (Catanzaro, 1986) inizia i suoi primi studi artistici crescendo tra le
montagne della Sila Piccola, dove inserisce da subito l’estetica della natura come soggetto
del suo lavoro. Per alcuni anni ha vissuto e lavorato a Roma conseguendo il diploma in
Scenografia all’Accademia di Belle Arti. Attraverso l’azione, la pittura e le Arti elettroniche,
sviluppa sperimentazioni e ricerche che hanno come filo conduttore il concetto di
“esistenza” e la sua sacralità. Dal 2011 lavora, utilizzando smalti sintetici, a lunghe serie
pittoriche come “The Past, the Present and the Future of the Human Condition”,
“Hypernature” e ”You, me and the others”, con quest’ultima, cerca di definire e affermare il
suo linguaggio. Attualmente vive e lavora a Bologna.
Vincenzo D’Argenio (Benevento, 1982) nasce come urban artist. Dal 2013 in poi porta
avanti un percorso da autodidatta sperimentando fotografia, video e tecniche digitali,
lavorando in particolar modo con le matrici fino alla modellazione e all’installazione
ambientale. I suoi lavori, attraverso linguaggi versatili, cercano di esprimere stati d’animo
intimi riconducibili a esperienze personali che includono il reale messaggio della sua
narrazione. E’ laureato in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale a
Napoli, giornalista pubblicista è contributor per exibart. Vive e lavora a Bologna.
Emilia Angelucci (Venezia, 1993), scrittrice e curatrice, si interessa alle intersezioni tra
arte contemporanea e nuove tecnologie, con particolare attenzione al loro rapporto con le
sfere del magico e dello spirituale. Si laurea in Arti Visive a Bologna e dal periodo
universitario collabora come curatrice con spazi indipendenti del territorio. Ha pubblicato
per la rivista accademica Piano b. Arti e Cultura Visive e attualmente scrive regolarmente
per la testata giornalistica d’arte contemporanea exibart. Fa parte del collettivo Inactual
Magazine in cui si occupa della parte editoriale e curatoriale.


MA NON TUTTO È NERO
Vittoria Cafarella, Domenico Canino, Vincenzo D’Argenio
Con un testo di Emilia Angelucci
Periodo: 2 febbraio – 5 febbraio 2023
Sede: Istituito di Istruzione e Formazione Giambattista Vico, via della Ghilsiliera, 16E,
18/3, Bologna BO
Ingresso libero: giovedì 2 febbraio: 18:30-22:00; venerdì 3 febbraio: 14:00-20:00; Sabato
4 febbraio: 14:00- 24:00 – per l’Art City White Night 2023 Chiara Zaccaria presenta ”
Controluce” – arpa e live electronics alle ore 2. Domenica 5 febbraio: 10:00-17:00;

Previo appuntamento telefonando al: 3208788185