Forlimpopoli (Fc) – Lei e lui. Due eccellenze della gastronomia italiana per la prima volta insieme. Pronti a svelare i loro segreti. Quelli che rendono ogni loro piatto una piccola opera d’arte per il palato. Antonia Klugmann e Pier Giorgio Parini, zenit e nadir della cucina, in coppia, a quattro mani, per una serata imperdibile. Tutto questo in un luogo non scelto a caso. La Scuola di Cucina di Casa Artusi, nella sezione Maestri di Cucina, che ospita da sempre grandi cuochi a disposizione dei corsisti. Dopo grandi Maestri come Antonella Ricci che ha preparato direttamente le manate di farro di grano arso, e Luciano Zazzeri con i ravioli al profumo di mare che hanno incantato i presenti, ora è la volta di Pier Giorgio Parini, cuoco, come lui ama definirsi, in continua ascesa, affine a René Redzepi per la sua sorprendente e accurata ricerca di sapori da inserire nel piatto, quali pino, cipresso e erbe spontanee. Insieme a lui, Antonia Klugmann con la sua cucina viva, libera, abituata all’uso di sapori puri, netti del suo territorio. Con la passione comune per la natura e l’essenzialità dei prodotti, entrambi prenderanno per mano i partecipanti nella Scuola di Cucina mercoledì 17 aprile (ore 20,30), ‘raccontando’ i colori, le consistenze e le sonorità del cibo. Guidando in presa diretta la preparazione di ogni loro piatto. In degustazione, le sei portate a sorpresa, con abbinati i vini dei rispettivi territori.
Non è casuale l’incontro di questi due personaggi a Forlimpopoli, nella terra del padre della gastronomia italiana. Entrando in scuola ci si immerge in un’atmosfera di casa. Un luogo in cui i cuochi ospitati, sono a disposizione del corsista con un approccio sensoriale, pratico, storico, nel quale è presentata una cucina del quanto basta, dettata dall’esperienza, dalla pratica, un luogo in
cui l’occhio soppesa, modula, sperimenta, calibra la ricetta secondo il proprio gusto, e diventa protagonista. Casa Artusi propone corsi di cucina pratici e dimostrativi, con l’intento di raccontare la storia dei prodotti e di chi li sta utilizzando; davanti a ciascun partecipante, con uno spirito di condivisione, giocoso e curioso. Le mani, il ricordo, i sapori si intrecciano nella trasmissione del sapere sotto il cappello (la tuba) di Pellegrino Artusi, incurante del tempo trascorso, anzi sempre più attuale. “La Scienza in Cucina” raccoglie ricette dinamiche e intriganti, odierne e sostenibili. La Scuola ha un pubblico internazionale, le emozioni che trapelano dai volti di chi partecipa comunicano la comprensione di un territorio, di una regione, di un paese nella sua complessità artistica ed enogastronomica. L’esperienza di lavorare insieme in 20 postazioni individualmente attrezzate, facilita il confronto, la condivisione, l’arricchimento umano e culturale, e genera nuove amicizie.
Info sul corso: tel. 0543-743138 www.info@casartusi.it
Breve scheda dei due protagonisti del corso
Pier Giorgio Parini
Nel 2010 il Wall Street Journal lo ha inserito tra i 10 migliori giovani chef d’Europa, nel 2011, a 35 anni, è stato nominato giovane dell’anno per la guida Espresso e, sempre nel 2011, ha ottenuto la prima Stella Michelin per la sua cucina al Povero Diavolo (Torriana-Rimini www.ristorantepoverodiavolo.com). I suoi riconoscimenti più recenti parlano di ‘Tre Forchette’ nella Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso 2013 (punteggio 90/100), e ‘Tre Cappelli’ in quella dell’Espresso 2013 (18/20).
Parini è cresciuto all’insegna del rispetto per la terra e per il cibo, arrivando a dar vita ad una cucina coraggiosa, impreziosita da accostamenti arditi ed originali: i suoi piatti sono una miscela di tecnica, inventiva e sperimentazione di ingredienti inusitati e materie rime di qualità. La cucina del giovane cuoco romagnolo è frutto di una continua ed appassionata ricerca di vegetazioni spontanee, coltivazioni particolari e prodotti provenienti da diversi territori. Ma la parte più importante della sua ricerca si basa sui profumi, che inventa e mescola con fantasia in tutti i suoi piatti.
Antonia Klugman
32 anni, membro dei Jeunes Restaurateus d’Europe, triestina con radici ebraiche e una cultura di terre di confine, molto legata al suo territorio ed agli ingredienti che, volta per volta, secondo le stagioni, questo produce. Sono fondamentali la stagionalità e l’elemento vegetale: due costanti nelle sue creazioni. Insieme al compagno, il sommelier Romano De Feo, inaugureranno a breve il loro ristorante: L’argine a Venco’ (Dolenia del Collio – Gorizia).