C’è chi offre la possibilità di imparare a cucinare il tradizionale pranzo della vendemmia, ma anche chi vuole far conoscere da vicino le fasi principali di un vero e proprio rito, quello della raccolta delle uve, magari spiegando perché a Montepulciano il vino prende precise connotazioni organolettiche. La vendemmia insomma non è più cosa per pochi e anche nella patria del Vino Nobile sono sempre di più le cantine che aprono le porte ai turisti, soprattutto stranieri, durante il lavoro più delicato dell’anno. Un modo per destagionalizzare il cosiddetto enoturismo, ma allo stesso tempo per dare la possibilità a chi vive in città di apprezzare da vicino la fatica e l’attenzione che occorre per produrre un vino di qualità.
Tra le iniziative promosse dalle cantine in questo periodo ci sono i corsi di cucina nei quali imparare a cucinare i pici (la tradizionale pasta fatta a mano) e i condimenti principali (sugo all’aglione o alle briciole). Si può anche scoprire il territorio attraverso delle vere e proprie visite guidate in vigna con l’enologo che spiega la differenza tra i vari vitigni, ma anche il “terroir” dove questi vengono coltivati. A Montepulciano non mancano poi le cantine che durante la raccolta dell’uva propongono arte in cantina, o addirittura concerti a fine giornata degustando i vini già pronti per essere bevuti, magari scoprendo l’importanza dell’invecchiamento con annate, anche vecchie, a confronto. Se le cantine storiche in questo periodo possono dimostrare come a distanza di centinaia di anni ancora il vino si produce nello stesso luogo, quelle di ultima generazione spiegano la differenza tra una vasca d’acciaio e una botte con i vari tipi di legno.
«E’ un modo per avvicinare al nostro mondo il consumatore – spiega il presidente del Consorzio del Vino Nobile, Andrea Natalini – e così anche per offrire in un periodo meno affollato dal punto di vista turistico, una possibilità di poter comunque visitare Montepulciano guardandolo da un’altra prospettiva». Sono molte a questo proposito anche le offerte che la Strada del Vino Nobile propone per poter organizzare al meglio il soggiorno in questo periodo che fino a metà ottobre vedrà impegnate le oltre 70 aziende produttrici di Vino Nobile.
Del resto il turismo del vino, stando ai dati del Consorzio, rappresenta una importante voce nel territorio. Ogni anno sono oltre 200 mila i visitatori che visitano una cantina a Montepulciano. Un punto strategico è inoltre l’Enoteca del Consorzio del Vino Nobile, una tra le prime in Italia, dalla quale passano ogni anno circa 5 mila appassionati e di questi oltre 2.000 degustano, mentre almeno il 40% acquista. Tra le provenienze si consolidano gli Stati Uniti, seguiti da tedeschi, olandesi ed italiani. Riconfermata la presenza di turisti francesi, belgi e svizzeri. Inoltre si è registrata una buona affluenza da paesi “emergenti”, almeno per il turismo toscano, quali Portogallo, Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca, Canada e Giappone.
Intanto a Montepulciano, patria del Vino Nobile la vendemmia e nel pieno e si punta sulla qualità «La qualità che contraddistingue il Vino Nobile è stata raggiunta – così dice il Presidente Natalini – e questo grazie ad un lavoro di grande attenzione, mettendo in pratica tutte le tecniche agronomiche a disposizione per garantire un’ottimale cura e maturazione delle uve. In definitiva è solo con un grande lavoro di selezione in vigneto e successivamente in cantina che i produttori di Vino Nobile hanno attuato riuscendo ad ottenere un vino rispondente ai parametri qualitativi degni della sua fama anche se a scapito dei costi di produzione sostenuti».