C’è un luogo misterioso e fantastico, alla cui bellezza del paesaggio naturalistico, si fonde la storia di un borgo medievale ricco di uomini d’arme, poeti e gente semplice. Passando tra le strette vie di questo paese è possibile incontrare ancora oggi saltimbanchi, giocolieri cantastorie, giullari e satiri che allietano la vostra visita con musiche giochi e divertimenti. Questo luogo è Pennabilli un ridente borgo dell’entroterra a cavallo fra Romagna, Marche e Toscana, sede di “Artisti in Piazza” festival internazionale dell’Arte di Strada.
Paese di commistioni e contaminazioni, Pennabilli, nel quale la poesia e il fantastico si fondono al reale nelle opere del celebre Poeta Tonino Guerra che ha scelto questo paese come sua residenza e di alcuni dei luoghi più spirituali e metafisici d’Italia, come “L’Orto dei Frutti Dimenticati” o il “Santuario dei Pensieri”.
Pennabilli, antico borgo sull’ Appennino che dal 2009 è in Provincia di Rimini dopo il referendum popolare datato 2006 per il passaggio nella regione Emilia Romagna dalla regione Marche, sorge in una invidiabile posizione geografica. A cavallo tra Marche, Toscana ed Emilia Romagna, fa parte del Montefeltro e fu culla dei Malatesta. Dal 1997 l’antico borgo fa da suggestivo scenario ad “Artisti in Piazza” – Festival Internazionale dell’Arte di Strada. Paese dalla vocazione artistica, Pennabilli è stato culla d’arte nelle piu’ diverse forme. Oltre al Festival e alla ormai celebre Mostra Nazionale dell’Antiquariato che ne tiene alto il nome da quaranta anni, Pennabilli si e’ distinta per la qualita’ dei numerosi eventi artistici di ogni tipo che negli anni ha ospitato.
Importante portavoce della valle del “piccolo mare” (dal latino “Marecula”) è da alcuni decenni Tonino Guerra, sceneggiatore dei più grandi film di Fellini, Antonioni, Rosi, i Taviani, Anghelopulos e Tarkovskij che, stabilitosi a Pennabilli nel 1989, ha ridato vita non solo al paese ma a tutto il comprensorio, con un vincente connubio tra poesia e territorio. Così, fanno compagnia al visitatore che si incammini nel borgo, i sei orologi solari dipinti sugli edifici della Strada delle Meridiane, le misteriose presenze scultoree che popolano un prato cinto dalle mura di una casa diroccata il Santuario dei Pensieri e gli alberelli dai pomi dolci e succosi assaporati dei nostri nonni ospitati in un giardino-museo l’Orto dei Frutti Dimenticati; L’Angelo coi Baffi “il più sguarnito museo del mondo” dedicato all’Angelo coi Baffi del pittore Luigi Poiaghi: un solo quadro presente nella chiesetta dei caduti, ispirato ad una poesia di Guerra, nata con l’intento di invitare a nutrire i propri desideri. E ancora, allontanandosi di pochi chilometri, a Bascio è sorto Il Giardino Pietrificato con “tappeti” di ceramica sistemati sull’erba alla base di una torre millenaria; a Sant’Agata Feltria gorgoglia la Fontana della Lentezza; mentre un belvedere dal quale affacciarsi sulla valle, ricordando con un pensiero Federico Fellini e Giulietta Masina (il Campo dei Nomi), è stato realizzato tra i ruderi del vicino castello di Petrella Guidi.
Tutte queste opere vengoni significate e racchiuse nel nome: “Il museo dell’anima, museo diffuso, all’aria aperta”.
Il Maestro, artista e amante dell’arte in toto, ha da sempre uno stretto rapporto col Festival Artisti in Piazza, fu lui a sottotilolarlo “La grande festa della fantasia” fin dalla prima edizione e suoi furono i dipinti che fecero da manifesto le prime due edizioni. Guerra diede anche il nome a “La Gabbia della Fantasia” allestita nel 1997 all’interno delle prigioni del castello Malatestiano di Pennabilli celebrando così l’incontro tra il luogo e l’arte. Nei giorni del festival lo si trova seduto all’angolo di una piazza incantato dalle prodezze dell’acrobata o dalla poesia di un mimo.
Abbiamo chiesto al Maestro che cosa pensa del Festival:
– “L’arrivo di tutti questi giovani spesso pieni di poesia regala, non solo a Pennabilli ma a tutto il Mondo, dato che vengono da tutte le parti per vederlo, poesia, musica, cultura e godimenti.
Io naturalmente lo aspetto con piacere, queste figure che arrivano, questa fantasia che esplode nelle viuzze di Pennabilli e anche nella periferia…” –
La curiosità ci porta poi a domandargli che cosa lo ha colpito, un suo ricordo delle edizioni passate del Festival:
– “Anche contro di me gli anni aumentano cancellando la memoria, ma io ricordo delle esibizioni acrobatiche nella piazza centrale, o degli attori, dei mimi appoggiati ai muri che pareva parlassero all’aria e invece parlavano direttamente all’anima di chi passava di là.
O il godimento che provo sentendo le orchestre che suonano vicino casa, dalla finestra della mia camera, queste fantasie musicali…” –
Altre informazioni:
Pennabilli, città vescovile dal XVI sec., ospita ben 4 musei: oltre al “Museo dell’Anima” descritto in precedenza, si può visitare il Museo del calcolo “Mateureka”, il “Museo Naturalistico” e il “Museo fondazione Tonino Guerra”. Il Mateureka – Museo del Calcolo posizionato nel settecentesco palazzo del vecchio comune si tratta di un museo originale e dinamico dislocato su 4 piani. Il percorso all’interno di “Mateureka” si sviluppa attraverso: la storia del calcolo, le macchine da calcolo, le idee e i concetti della matematica, l’informatica. Il Museo Associazione Fondazione Tonino Guerra ospita le idee e le arti del poeta e sceneggiatore Tonino Guerra, ma è nel contempo un centro culturale per corsi e meeting relativi a cinema, poesia ed arte. In prossimità del centro storico si può visitare il Museo Naturalistico del Parco del Sasso Simone e Simoncello, una delle “porte di accesso” al parco naturalistico di cui Pennabilli è comune integrante; il museo contiene oltre ad una fornita biblioteca informativa sul Parco e le sue caratteristiche ambientali, numerosi diorami che riproducono le specie animali e vegetali rappresentative del territorio. E’ possibile inoltre visitare il Teatro Vittoria, tipico teatrino all’italiana con tre ordini di palchi; la Campana di Lhasa e i Ruderi del Castello di Penna: nel punto dominante del Castello di Penna, è posizionata la copia della campana di Lhasa (Tibet), unico reperto rimasto dalla missione in Tibet dei Frati Cappuccini, tra cui Padre Orazio Olivieri da Pennabilli, XVIII sec, il monumento richiama la tolleranza tra religioni, oltre alla campana espone le tradizionali preghiere tibetane ed è stato inaugurato da Sua Santità il Dalai Lama nel luglio 2005.